Nell’agosto del 1918 una delegazione di medici arrivò a Gerusalemme con lo scopo di facilitare l’insediamento degli ebrei in quella terra da poco liberata dal dominio ottomano.
Nel gruppo c’era un giovane chirurgo ortopedico, Henry Keller, già noto sia negli Usa che in Europa. Il suo compito era curare i bambini malati o feriti di guerra. Il suo approccio ai malati era inusuale, non si stancava mai infatti di spiegare ai genitori come la diagnosi precoce dei problemi ortopedici sia fondamentale per la guarigione e la prevenzione della disabilità. Si stupiva però di quanti ebrei e arabi si rifiutassero di sottoporre i propri figli alle cure, convinti che le disabilità dei bambini fossero una punizione divina. Nel 1930 ottenne un permesso per operare come medico nel mandato Britannico in Palestina e aprì una clinica ortopedica privata per bambini disabili.
Nel 1935 registrò un’altra associazione a Gerusalemme il cui nome è l’acronimo in ebraico di ”Società per l’aiuto ai bambini disabili” che in alfabeto latino si scrive “ALYN”.
A quel tempo la struttura operava a Gerusalemme e offriva trattamenti gratuiti a chiunque ne avesse bisogno, senza distinzione di etnia, cultura o religione. Medici e infermieri venivano pagati direttamente da Keller e dai primi donatori. Keller si spense nel 1944 ma non il suo sogno. Il consiglio dell’Associazione che includeva personalità di tutte le comunità religiose aprì ad Haifa e a Tel Aviv e verso la fine del mandato britannico ALYN forniva servizi medici, cure a lungo termine, servizi educativi e servizi sociali a migliaia di bambini nella zona di tutto il Vicino Oriente. Nel 1948 durante la guerra d’Indipendenza per la nascita dello stato di Israele ALYN si occupò di curare i feriti di guerra e nel 1949 fu in prima fila per curare i bambini dall’epidemia di polio che si era scatenata in Israele. ALYN Hospital oggi è riconosciuto come uno dei più importanti centri di riabilitazione pediatrica a livello mondiale .
Un luogo dove i miracoli possono realizzarsi e in cui non si abbandona mai la speranza di vedere tornare il sorriso su una giovane vita che sembrava spezzata per sempre.
L’innovazione e la ricerca tecnologica sono parte integrante di ALYN. Nei laboratori vengono continuamente create nuove soluzioni nel campo delle protesi, dei sistemi di mobilità, persino nuovi tipi di giocattoli adatti alle infermità dei bambini. Attraverso il progetto ALYNnovation, destinato agli imprenditori, vengono sviluppati i prodotti e tecnologie in grado di migliorare la qualità della vita dei ragazzi con bisogni speciali, non solo in Alyn Hospital, ma in tutto il mondo.
Ciascun piccolo paziente è seguito da un' equipe che ne valuta le esigenze e stabilisce un piano di riabilitazione coinvolgendo anche le loro famiglie. Alcuni richiedono una riabilitazione breve svolta in day Hospital altri devono imparare a gestire lesioni complesse e condizioni mediche che richiedono anni di degenza. La gamma delle terapie comprende ogni tipo di riabilitazione: motoria, respiratoria, del linguaggio, alimentare. ALYN dispone anche di un centro sportivo all’ avanguardia attrezzato con una grande vasca per idroterapia, scuole che permettono ai ragazzi di continuare gli studi assieme alle terapie , luoghi dove le terapie si fondono col disegno, videogame, realtà virtuale, musica e persino giardinaggio. Non mancano i clown medici, pet-therapy e tutti gli strumenti che contribuiscono all’innovativo approccio olistico sviluppato in ospedale. Il 7 ottobre del 2023 ogni cosa è cambiata in Israele. Anche ALYN ha sperimentato le conseguenze di questa crisi, tra le più problematiche da sempre: parte del personale è stato mobilitato nelle Forze di Difesa; una delle principali fonti di finanziamento dell’ospedale, la corsa ciclistica Wheels of love, non ha potuto svolgersi; gli allarmi continui hanno costretto il personale a trovare il modo di far arrivare al rifugio in pochi secondi pazienti con gravi disabilità e spesso collegati ad apparecchi vitali.Nonostante ciò l’ospedale è riuscito a continuare a lavorare per i suoi pazienti e non solo: il personale si è occupato delle esigenze dei ragazzi e dei bambini disabili sfollati, per aiutarli nel ritrovare una quotidianità seppur lontano da casa. Inoltre , sono state sviluppate soluzioni ad hoc per i soldati feriti, per i quali si sono impegnati anche i fisioterapisti di ALYN, raggiungendoli direttamente negli ospedali dove sono ricoverati. C’è poi un altro tipo di impegno, non meno toccante: dal personale ai pazienti, agli amici sparsi sui cinque continenti, tutti ad ALYN si sono mobilitati per ricordare al mondo il dramma degli ostaggi nelle mani dei terroristi e chiedere il loro rilascio immediato. Maurit Beeri, Direttore di ALYN Hospital, ha più volte spiegato sui media lo stato di disagio e la situazione di precarietà vissuta da ALYN durante la guerra. Anche scrivendo una toccante poesia che scandisce il ritmo della corsa ai rifugi, un modo per ricordarci come ad ALYN le divisioni etniche e religiose non contano nulla e persino la concitata strada verso la salvezza può diventare un motivo di gioia:
“Genitori spaventati fanno correre i loro figli verso il rifugio antiaereo. Terrorizzati, con gli occhi spalancati e il cuore che batte forte. Novanta secondi. Svegliare il bambino che dorme. Afferrare il bambino. Novanta secondi. E anche il girello, la sedia a rotelle, il porta flebo. Novanta secondi.Sprint, con un bambino piccolo, tubi penzolanti collegati a un ventilatore. Novanta secondi. La pesante porta d’acciaio si chiude con un tonfo, tenendo lontano il male... Per dieci minuti. Una madre con l’hijab. Un padre con una grande kippah. Medici. Infermieri. E in quel silenzio improvviso,l a piccola voce di una bambina: “Mamma, hai visto? Ho corso fino in fondo, da sola!”
Concludo con una frase di Golda Meyer:“ La pace arriverà quando gli arabi ameranno più i loro bambini di quanto odino noi.”
Luciano Bassani
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